BRUXELLES. La Commissione europea ha chiesto all´Italia di conformarsi immediatamente a due sentenze della Corte di giustizia europea che riguardano una le concessioni per le corse ippiche e l´altra l´aggiudicazione dei servizi per il trattamento dei rifiuti urbani in Sicilia.
Le richieste sono fatte sotto forma di "parere motivato": se l´Italia non si adeguerà entro due mesi la commissione potrà portare la questione davanti alla Corte di giustizia per chiedere questa volta un´ammendo forfettaria o una pena all´Italia.
la Commissione europea spiega che «Nella sua sentenza del 18 luglio 2007 (processo C-382/05, Commissione/Italia), la Corte di giustizia delle Comunità europee ha giudicato che l´Italia aveva violato la direttiva 92/50/CEE del Consiglio riguardante il coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di servizi, perché ha chiuso gli appalti pubblici in materia di uso dei rifiuti urbani prodotti nei comuni della regione, senza aver applicato le procedure previste da tale direttiva e, in particolare, senza pubblicare l´avviso nella Gazzetta ufficiale dell´Unione europea».
Il richiamo arriva proprio mentre la gestione dei rifiuti è nuovamente nel caos a Palermo e in altre province siciliane.
Gli atti esaminati dalla Corte, conclusi nel 2003, riguardano servizi essenziali per il trattamento dei rifiuti. L´Italia ritiene che per evitare qualsiasi interruzione del servizio, le amministrazioni aggiudicatrici non possono annullare i contratti in questione, senza aver prima avviato un processo di gara e aggiudicato un nuovo contratto.
«In tali circostanze, la Commissione ritiene che la creazione di una nuova procedura di gara per tali contratti, in conformità con la normativa comunitaria sugli appalti pubblici, sarebbe un provvedimento adeguato per eseguire la sentenza – spiega la nota Ue – Tuttavia più di un anno e mezzo dopo il pronunciamento della sentenza, gli appalti esaminati dalla Corte non sono stati fatti oggetto di una nuova procedura di gara. La Commissione considera questo ritardo incompatibile con gli obblighi incombenti agli Stati membri a titolo dell´articolo 228 del trattato CE».
19/02/2009
(fonte: greenreport.it)