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Pd, Violante: una realtà che serve a tutti gli italiani
Intervista di Monica Guerzoni
Corriere della Sera 27 novembre 2006
«La federazione? Può essere, ispiriamoci al modello europeo». «Sì al Partito democratico ma i Ds non si sciolgono», Violante: fino al 2009 non se ne parla
Presidente Luciano Violante, Piero Fassino ha detto che i Ds non si scioglieranno al congresso del 2007. Conferma?
«Ds e Margherita sono partiti diversi per storia, organizzazione, selezione dei quadri dirigenti, non può esserci un amalgama immediato. Nel 2007 si apre la fase costituente che durerà fino al 2009 e allora assumeremo insieme le decisioni più coerenti».
Nel 2009? A sentire Fassino, sarà l'anno del debutto.
«Ci poniamo l'obbiettivo di essere pronti per le Europee del 2009. Dobbiamo costruire un "partito plurale" nel quale ciascuno possa sentirsi nella propria casa politica. Inoltre in questa fase dobbiamo aprire le porte ad altre forze del mondo politico e della società civile disponibili all'impresa».
Non sarà che rimandate la data dello scioglimento perché in primavera c'è il congresso?
«Prima c'è da spiegare bene perché vogliamo costruire il Partito democratico. In Italia ci sono 21 partiti. Nel centrosinistra come nel centrodestra, visti i problemi di tenuta, si discute di come creare organizzazioni politiche che abbiano una maggiore capacità di rappresentare il Paese. La frammentazione ci rende deboli, nei confronti degli interessi organizzati e anche sul terreno della laicità. La distanza tra politica e società è profonda, siamo in una situazione non distante dalla crisi dei primi anni Novanta».
Il Pd una necessità storica? Mussi, Salvi, Angius, Caldarola e altri non la pensano così.
«Ci terrei molto a convincere Mussi e altri compagni, ma dobbiamo convincere soprattutto l'Italia. Il Pd non è un gioco all'interno dei partiti, ma una realtà che serve a tutti gli italiani. Definirsi riformisti non basta, il riformismo è un metodo, non è un obbiettivo. Dobbiamo ricostruire la dignità del potere pubblico, ridare al sistema parlamentare la capacità di decidere, affrontare la grandi questioni femminile e giovanile, restituire al Paese il diritto di sentirsi rappresentato dal sistema politico».
Intanto però Margherita e Ds sono in piena competizione, Rutelli si smarca e propone le "sue" liberalizzazioni...
«Le liberalizzazioni le ha fatte Bersani. È giusto che anche Rutelli avanzi le sue proposte. Tra noi non c'è solo generosità, c'è anche legittima competizione».
Torniamo al dunque. Quando si sciolgono i Ds?
«Fino al 2009 il tema non esiste. Se dobbiamo fare un partito plurale è evidente che le forze manterranno le loro identità finché non ci sarà un amalgama. Non ci sarà un ukase che imporrà di sciogliere le righe, ma un processo politico».
La gradualità può convincere Angius a ritirare la terza mozione?
«È difficile fare una terza mozione se non conosci il testo della prima. Tantopiù che ragionare in uno schema chiuso non aiuta e le loro istanze potrebbero ben essere rappresentate dalla prima mozione»
.Sarà necessaria una fase di transizione federativa?
«Il modello può essere simile a quello europeo. Alcune decisioni le prendono le singole forze che compongono il Partito democratico, altre si prendono insieme»
.Veltroni e Parisi temono che il Pd si riduca a una federazione.
«Abbiamo il dovere di portare nel Partito democratico tutta la Quercia. Non so se la federazione sia la soluzione giusta, può darsi ce ne siano altre ugualmente utili. Ma discuterei prima quale sia la forma di un partito che ho definito plurale. E poi dobbiamo rispettare la storia di migliaia di compagni e di compagne che hanno fatto dei Ds la propria ragione di vita».
E in Europa? Fassino guarda a un Pse allargato a progressisti e democratici, Rutelli invece pensa a un partito nazionale con grandi alleanze internazionali.
«È altrettanto difficile per noi uscire dal Pse, come per la Margherita entrarvi. L'allargamento del Pse può essere la soluzione decisiva».