Un punto d'incontro per contribuire a favorire la comunicazione, l'informazione e la diffusione della Cultura in tutti i suoi aspetti, semplicemente proponendo degli argomenti anche attraverso l'espressione di idee ed opinioni.
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Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno e farlo durare e dargli spazio".
Italo Calvino da: Le città invisibili (1972)
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"Animale politico" e "Uomo politico" ...
Egli, l'Uomo, è, francamente detto, un'essere imperfetto quindi indotto a sbagliare, quando non lo fa volutamente può, prima o poi, comunque stancarsi e cedere, per i suoi umani limiti, alle occasioni che la vita gli offre.
Ciò vuol dire che l' Uomo spesso fallisce, ma questo non esclude sia suo Diritto e Dovere battersi, fino ad allora, per le idee progressiste che possono apportare piccoli o grandi miglioramenti alla Società.
Quando questo avviene egli è diventato un vero "Uomo Politico".
Giovanni Intagliata
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La libertà và sempre conquistata
AugustaVìvã lancia una proposta d'opinione sulla gestione dei Registri Tumori delle zone industriali
Esprimi la Tua opinione utilizzando la "proposta d'opinione" pubblicata qui a lato
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AugustaVìvã lancia una proposta d'opinione sull' "Accorpamento" del Ministero della Salute
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Sconcertante denuncia del Prof. Giordano: "i fondi per la Ricerca sul Cancro vanno solo al Nord"
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giovedì 31 dicembre 2009
AugustaVìvã presenta il marchio ..."O S C E N O"
giovedì 24 dicembre 2009
Auguri
poichè sarebbe una mera illusione,
non ci si rifugi in una triste rassegnazione a lungo termine
poichè sarebbe una lenta alienazione,
ci si affidi all' operoso impegno civile che consegue anche dall' intima speranza
finchè le proprie forze lo permetteranno.
Auguri di serene festività
e
di un costruttivo Anno Nuovo
Giovanni Intagliata
mercoledì 28 ottobre 2009
La beffa dei rigassificatori: saremo noi a pagarli con le bollette del gas
lunedì 26 ottobre 2009
Qualcuno mostri un calendario 2009 all' On. Bersani ...
domenica 18 ottobre 2009
lunedì 28 settembre 2009
domenica 16 agosto 2009
La Comandante "Borsini" arriva ad Augusta
Dopo 84 giorni di missione nelle acque del Golfo Persico e del Golfo di Aden arriva e attracca nel porto di Augusta la nave classe Comandante "Borsini" scortata e festeggiata dai rimorchiatori. Aveva lasciato il porto il 24 Maggio scorso per scortare il pattugliatore irakeno Fatek costruito in Italia. L'unità "Borsini", comandata dal Capitano di Fregata Angelo bianchi, ha partecipato ad attività addestrative con altri paesi che si affacciano nel Golfo Persico e ha partecipato all'operazione "Atalanta" contro il brigantaggio marittimo.
Per approfondire:
http://it.wikipedia.org/wiki/Classe_Comandanti_(NUMC)
lunedì 3 agosto 2009
Morto di tumore a 12 anni inceneritori sotto accusa
Forlì, 23 luglio 2009
- Aveva 12 anni e la luce del cielo attaccata agli occhi. È morto domenica per un tumore alla prostata: «Patologia rarissima a quell’età» dicono i medici. La vita e ora la morte del piccolo — la notizia è stata diffusa dopo i funerali di ieri — sono da tre anni il nucleo di una battaglia legale che da questo momento, se possibile, acutizzerà tutti i suoi angoli. I genitori puntano il dito contro le emissioni in atmosfera della coppia di inceneritori di Coriano — Hera e Mengozzi — accusati in tribunale d’essere alla base della malattia del figlio (residente proprio lì, nel quartiere dei due camini).
sabato 16 maggio 2009
venerdì 10 aprile 2009
Povera patria
sabato 21 febbraio 2009
L´Ue richiama nuovamente l´Italia per gli appalti dei rifiuti siciliani
sabato 14 febbraio 2009
giovedì 5 febbraio 2009
Prevenire è meglio che ...piangere, risarcire e poi comunque bonificare.
“Nessuno vuol bonificare nulla?
Please ...non aspettiamo che ci (ri)caschi il morto”
Auspicando lungimiranza politica intendo segnalare, innanzitutto a chi gestisce la protezione civile, l'urgenza della bonifica di un edificio, gravemente pericolante a causa di un ormai precario puntellamento, il cui crollo andrebbe a danneggiare sicuramente delle autovetture e con seria probabilità a ferire, se non peggio, eventuali persone che si trovassero a passare al di sotto dell'edificio segnalato, pericoli ultimamente cresciuti a causa del maggiore afflusso di pedoni che, per raggiungere il mercato ultimamente trasferito dall'Amministrazione Comunale, utilizzano proprio il tratto di marciapiede, in via Marina Ponente, sottostante la casa pericolante.
Prevenire, eliminando subito i pericoli, è meglio che rischiare di piangere delle vite, risarcire delle famiglie e poi comunque dover bonificare.
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Giovanni Intagliata
(iscritto, dal 2003, ai Democratici di Sinistra)
martedì 27 gennaio 2009
Incostituzionale limitare l´entrata e lo smaltimento dei rifiuti speciali extraregionali
In base alle disposizioni regionali i produttori e i trasportatori di rifiuti speciali provenienti da altre regioni dovevano dimostrare, sulla base di una precisa procedura, di non avere nessun’altra possibilità di smaltire i rifiuti presso impianti più vicini al luogo di produzione. Dunque chi produceva e trasportava non aveva il divieto di entrare ma doveva provare che non c’era altro luogo prossimo e idoneo per smaltirli. Una legge varata con l’intento di una maggior tutela per il suo territorio perché inseriva un divieto “relativo” e non assoluto (come invece quella Sarda) ossia la prova concreta dell’assenza di un impianto prossimo al luogo di produzione del rifiuto speciale dove poterlo smaltire. Un modo inoltre, per cercare di arginare (se pur in parte) l’ingente questione dei traffici illegali dei rifiuti.
Ma secondo il legislatore nazionale e nello specifico quello del 2006 (testo unico ambientale) e quello del 2008 (Dlgs 04/08 che ha apportato modifiche allo stesso testo unico) l’obbligo del rispetto del principio di autosufficienza, ossia di smaltire i rifiuti urbani nella stessa regione in cui sono stati prodotti, non vale per i rifiuti speciali pericolosi e non. Fatti salvi accordi tra Ambiti territoriali ottimali, i rifiuti urbani infatti devono essere trattati nell’Ambito territoriale ottimale (Ato) dove sono prodotti garantendo comunque il rispetto degli obiettivi gerarchici di prevenzione e riduzione della produzione dei rifiuti, riciclo, recupero di materia ed energia, smaltimento.
Quindi i rifiuti speciali possono essere trasportati e smaltiti in regioni diverse rispetto al luogo di produzione in impianti appropriati. Per i rifiuti pericolosi e speciali non è possibile infatti preventivare in modo attendibile la dimensione quantitativa e qualitativa del materiale da smaltire, cosa che, conseguentemente, rende impossibile individuare un ambito territoriale ottimale che valga a garantire l’obiettivo della autosufficienza nello smaltimento.
Peraltro, in vista della necessità che lo smaltimento dei rifiuti speciali sia effettuato nella maniera più appropriata in strutture specializzate - non presenti in maniera omogenea sul territorio nazionale – secondo la giurisprudenza in ordine logico va data priorità al requisito della specializzazione rispetto a quello della prossimità.
giovedì 22 gennaio 2009
sabato 17 gennaio 2009
PROGRAMMAZIONE ...EVANESCENTE?
PROGRAMMAZIONE ...EVANESCENTE?
A proposito del mercato rionale di Via X Ottobre Augusta
In via generale non si può non condividere la teoria che vede lo spostamento di un mercato giornaliero da una strada urbana che, proprio in quanto strada, non possiede i requisiti tecnici e sanitari tipici di un area adibita al commercio alimentare, tessile, oggettistico.
Nell'attuale caso di Augusta, ovvero per la dislocazione del mercato di via X ottobre, la cosa non cambia (e la fogna cittadina che scarica ancora in mare!?) salvo obiettivamente riconoscere se la scelta sul parcheggio (tipologia di struttura di cui Augusta ha tanto bisogno) di Via Marina Ponente per la sua allocazione sia stata la scelta appositamente più logica per ospitare una fiera giornaliera molto utilizzata e più conveniente, come tutti i mercati rionali, rispetto ai supermercati soprattutto dopo l “Euro-delusione”.
Non ci si può esimere dal ricordare, salvo rischio seppur basso d'errori di memoria, che l'area destinata prevedeva il progetto di un parcheggio multipiano che dopo essere stato redatto, non certo gratis, fu "bocciato" dalla prima amministrazione Carrubba perchè "ritenuto troppo dispendioso" e i fondi relativi alla sua costruzione "rimodulati" per essere utilizzati diversamente in altri capitoli di spesa.
Per escludere che si possa pensare che parte di quei fondi potessero essere più opportunamente utilizzati per l'allestimento di un area, magari con “tettoia anti-pioggia e anti-sole”, per un mercato più accessibile dal centro-storico e quindi più facilmente praticabile dai clienti di cui moltissimi anziani e più tecnicamente adeguata per i commercianti, sarebbe il caso che l'amministrazione ricordasse all'opinione pubblica, magari con un comunicato stampa, come, dettagliatamente, quei fondi siano stati destinati o già utilizzati, e nel caso in cui ve ne sia ancora una sufficiente disponibilità valutare la possibile destinazione delle risorse residue appunto per la risoluzione di questa attuale controversia tra l'esigenza di una struttura mercatale “come si deve”, dal punto di vista sanitario e tecnico a commercianti e acquirenti, e il lecito diritto di placida vivibilità che i residenti della zona interessata richiedono ovviamente di fruire.
Un idea potrebbe essere, per esempio, un progetto, magari di sollecita attuazione, che preveda d'ingrandire P.za Pertini allungandola quanto necessario-possibile verso Sud, certo, un ostacolo (quanto difficile da superare?) sarebbero quelle abitazioni GRAVEMENTE PERICOLANTI la cui area si potrebbe, dopo bonificata, utilizzare proprio a tale scopo.
Tutti sarebbero soddisfatti:
cittadini e commercianti con il mercato sempre nella stessa Via,
residenti della Via X Ottobre con strada e marciapiedi puliti e sgombri,
centro-storico rivalutato da un nuovo mercato rionale che rispetti i parametri europei.
Troppo facile a dirsi e difficile a farsi direte voi?
E allora come spesso accade salta tristemente agli occhi e alla mente che tutto possa essere ancora causa della rapida “evanescenza” della “favolosa” programmazione politica tanto decantata e cavalcata in certe campagne elettorali.
Giovanni Intagliata
(iscritto, dal 2003, ai Democratici di Sinistra)
venerdì 16 gennaio 2009
Una lettera aperta di cittadine sul trasferimento del mercato
Illustrissimo Signor Sindaco,
giovedì 8 gennaio 2009
Il blocco del gas russo e le fonti rinnovabili italiane
07/01/2009
di Massimo Serafini
(fonte: greenreport.it)
ROMA. «Dalle ore 01.00 di questa mattina stiamo registrando una sostanziale interruzione del gas proveniente dal gasdotto TAG». E´ quanto rende noto l´Eni in un comunicato, relativamente al taglio delle forniture dalla Russia.
La Russia ha infatti interrotto oggi tutti i rifornimenti di gas destinato all´Europa attraverso il territorio ucraino. Lo ha annunciato all´Afp il portavoce della società ucraina degli idrocarburi Naftogaz.
C´è qualche possibilità che anche l’Italia rischi di rimanere al freddo per la nuova crisi del gas, che “l’amico” Putin non fa più arrivare, per evitare che venga rubato dagli ucraini. «Riserve per alcune settimane» annuncia il ministro dell’industria Scajola, sperando così di tranquillizzare il popolo dei saldi e delle lotterie. In poche parole non si sa che fare e si spera solo che il bel tempo torni e magari, come si fece nel 2006, chiedere nuovamente agli italiani di risparmiare gas, abbassando di un grado il riscaldamento di casa (che dal punto di vista della sostenibilità ambientale non sarebbe affatto male!).
Farlo non rappresentò un grande sacrificio, ma se i nostri ...( )... manager energetici pensano di poter ripetere ...( )... si sbagliano perché tutti sanno che il gas che fu risparmiato, abbassando il riscaldamento delle case, non servì né per conservare le scorte, né per abbassare le bollette, ma fu usato dalle compagnie elettriche per produrre elettricità da vendere all’estero, lucrando così grandi profitti.
Il copione non muterà ed è quindi prevedibile che nei prossimi giorni se dovessero precipitare gli eventi, sui giornali ripartirà il ritornello sulle colpe degli “ambientalisti del no”, che impedendo la costruzione dei rigassificatori, hanno lasciato senza gas gli italiani. Chi lo afferma è solo un bugiardo di professione. Come allora, anche oggi, se le italiane e gli italiani rimarranno al freddo la responsabilità è solo di una classe dirigente che non ha voluto compiere le uniche scelte politiche che, in qualche decennio, avrebbero garantito una effettiva autonomia energetica al paese: farlo dipendere dalle fonti rinnovabili e spingere il popolo italiano a usare con intelligenza ed efficienza l’energia. Solo nell’ambito di questa decisione strategica ha senso discutere di rigassificatori e decidere anche quale fonte fossile sia meglio usare, nella inevitabile transizione che dovrà accompagnare il paese fino al raggiungimento del 100% rinnovabile.
Si è fatto il contrario. Solo alcune settimane fa Berlusconi e i suoi ministri economici polemizzavano duramente con l’Europa perché ci chiedeva di coprire, entro il 2020, il 17% del nostro fabbisogno energetico con fonti rinnovabili. Siamo arrivati al paradosso che pur di non installarle in Italia, cioè nel paese del sole e del vento, i nostri ministri hanno richiesto e purtroppo ottenuto che per raggiungere quel 17% di dipendenza dalle rinnovabili si potessero conteggiare anche le installazioni solari ed eoliche fatte dall’Italia nei Balcani o in Cina.
In realtà questo governo, ma in larga parte anche quello precedente, hanno sempre pensato che le fonti rinnovabili fossero solo integrative e non sostitutive di quelle non rinnovabili e soprattutto che l’unica uscita dal fossile credibile fosse solo lo sviluppo del nucleare. Insomma, per farla breve, la strategia energetica a cui si è puntato, rimane quella della dipendenza dalle fonti fossili, carbone compreso, a cui aggiungere un po’ di nucleare e di rinnovabili.
Di conseguenza l’unica scelta con cui si è cercato di sopperire alle evidenti difficoltà di approvvigionamento non è stata il perseguimento di una effettiva autonomia energetica, ma solo quella di diversificare i paesi da cui dipendere. E’ giusto cercare di approvvigionarsi da molti paesi e quindi anche costruire qualche rigassificatore, ma dire come molte volte è stato detto, che grazie a questa scelta non si correrà più il rischio di rimanere senza energia, significa mentire sapendo di mentire. Per evitare veramente situazioni come quella che si sta verificando con la crisi di questi giorni c’è una sola strada: garantire autonomia energetica al paese e quindi decidere di puntare sul sole, sul vento e sulle fonti rinnovabili oltre che risparmiare energia.
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