Astenermi alle primarie, a prescindere da quanto sia valsa questa decisione per il contesto, è stata esattamente una mia specifica e ponderata scelta, mi rifiutavo infatti, soprattutto dopo che la società italiana ha assitito alla grave miopia politica e alle leggi ad personam della destra e quindi ritenendo più che mai che bisognasse fare di tutto per vincere nella competizione elettorale, di accettare mentalmente l'immaturità politica della coalizione di centro-sinistra che non sapesse mettersi d'accordo su un candidato unico senza ricorrere all'elettorato, pena, secondo la mia opinione, il rischio di spaccature interne e il più alto rischio di una precaria stabilità di voto, negatività che all'epoca avrei definito "reminiscenze post-primarie". E' logico ritenere che se le primarie portassero con se un alto rischio di indebolimento nella coalizione figuriamoci, manco a dirlo, eventuali scandali generati intrinsecamente, come è sotto gli occhi di tutti, dal troppo sottile confine tra politica e affari, e come volevasi dimostrare ecco proprio in questo momento, "inopportuna" più che mai, arriva una prima "tornata" scandalistica a confondere, a gelare, ad allibire il popolo idealista di centro sinistra, e ciò mentre si è ormai in avviata campagna elettorale, rischiando così la cosa "meno sperata" e cioè rischiare di servire in un piatto d'argento una vittoria alla destra che, in condizioni normali difficilmente potrebbe ottenere. Per la verità anche ad altri livelli e soprattutto in certe regioni le cose non stanno tanto diversamente, ma, nonostante il confine politica-affari sembra quasi non esistervi più, questo non genera nessuno scandalo come fosse ormai un fatto accettato e digerito a "maggior ragione" visto che sembra essere un "fenomeno" bi-partisan. C'è comunque da considerare un aspetto importante e grave e cioè che tanti iscritti ai partiti di sinistra, tanti appassionati e attivisti, tanti cittadini idealisti puri si sentono traditi e colpiti moralmente, idelogicamente e praticamente poichè se qualcuno tra i vertici "mischia" chi ci rimette la faccia è anche la base e allora si prova forte, seppur brevemente, la tentazione di non poter dare torto a chi asserisce che la partitocrazia bene non fa alla politica, a chi asserisce che la partitocrazia altro non è che un insieme di corti con i propri principi o tanti feudi con relativi spavaldi signorotti che considerano la politica come qualcosa di privato ed esclusivo da gestire a proprio uso e consumo. Naturalmente rimane viva la speranza che il trambusto causato dallo scandalo si possa circoscrivere magari in una ampolla fumosa che nonostante si vedrà inevitabilmente possa comunque non rivelarsi troppo "densa", soffocante e perdurante. C'è da concludere senza facile e gratuito moralismo ma anzi molto razionalmente che forse il politico onesto è solo quel politico capace di dare risultati e soprattutto quello che riesce comunque a non fermare il progresso di cui deve beneficiare una società civile, ...nonostante tutto.
Giovanni Intagliata
05/01/06
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